Fare street photography significa mettere a fuoco un punto di vista sul mondo, più che l’obiettivo
La street photography è il modo migliore per un fotografo di sperimentare e trovare ispirazione, ma è soprattutto un modo per capire il mondo e il tempo che stiamo vivendo. Robert Doisneau ha immortalato le emozioni malinconiche delle strade di Parigi, Henri Cartier Bresson ha girato in lungo e in largo alla ricerca del momento perfetto, forse per dare ordine alla città caotica. O ancora, gli autoritratti di Vivian Maier nelle vetrine di Chicago raccontano molto di più su chi era lei, piuttosto che sull’epoca storica che stesse vivendo.
Tra tutti gli street photographer spicca l’esempio di Daido Moriyama, non solo per il modo in cui ha spezzato e ricostruito i parametri sul giudizio estetico e tecnico di una foto d’artista, ma soprattutto per la sua costanza nel fotografare le strade di Tokyo. A 79 anni continua a scattare foto tra le insegne luminose della capitale nipponica, senza stancarsi mai.
Il suo lavoro, la sua passione e la sua costanza sono esemplari per tre motivi principali: la libertà nell’utilizzo del mezzo fotografico, il suo fiuto innato per gli scatti, e la capacità di cogliere l’attimo, da vero randagio.

Source: vincentborrelli.com
Non siate schiavi del mezzo fotografico
Araki, uno dei più famosi e talentuosi fotografi giapponesi, definisce Moriyama come un pioniere nella capacità di riprodurre una foto carica di significato, a prescindere dal mezzo fotografico.
Immagina di dover scrivere una lettera d’amore. Che tu usi una penna a sfera, un pennino o una macchina da scrivere, poco importa. A fare la differenza sarà il contenuto di quello che vuoi comunicare, o fotografare.
Moriyama ha trascorso gli anni del dopoguerra a vagare per Tokyo, in un momento in cui la città stava vivendo un grande cambiamento: la ricostruzione di una nuova identità a partire dalle macerie, morali e fisiche. Moriyama fotografa la città di quegli anni, rappresentandola per come era: dinamica, in movimento, oscura ed estrema nel suo bisogno di ritrovare l’equilibrio.
Quindi: lavorate sulla vostra capacità di mettere a fuoco il mondo che vi circonda, piuttosto che concentrarti sull’obiettivo della reflex. Provate a scattare con una usa e getta, un’analogica, uno smartphone o una fotocamera digitale, cercando di mantenere inalterato il modo di vedere le cose intorno a voi. La tecnica verrà da sé.

Source: aphototeacher.com
Vivete la città come un cane randagio
Moriyama ha scattato la foto al cane randagio con la sua compatta usa e getta, appena uscito dall’hotel in cui alloggiava in un quartiere a nord di Tokyo.
Ha visto il cane prendere il sole in mezzo alla strada e ha scattato. Proprio come quel cane randagio, ha girato Tokyo in lungo e in largo (e continua a farlo ancora oggi) alla ricerca di cibo per i suoi occhi. Con il suo sguardo onnivoro ha fotografato le studentesse in divisa nella metro e i frequentatori di nightclub, come gangster della yakuza o prostitute al lavoro.
Un cane randagio conosce tutti i nascondigli, i posti migliori dove mangiare, dormire, bere. Riconosce tutte le facce dei randagi come lui e vede la città per come è: un incrocio di edifici di cemento, in cui pulsano i sentimenti e i bisogni degli esseri “urbani”. Fare street photography non significa quindi fotografare la torre Eiffel a Parigi o il Memoriale dell’Olocausto di Berlino. Piuttosto, significa fotografare il piccione che becca il mangime sotto la torre Eiffel, o il senzatetto che fruga tra i secchi dell’immondizia, proprio dietro il memoriale.
Quindi: vivete la città come la vivono inconsapevolmente i passeggeri del tram, o gli anziani signori che bevono il caffè al bar. Seguite loro, le signore che fanno spesa al mercato o i bambini che giocano nei campetti di periferia.

Source: moma.org
Cogliete l’attimo
Le inquadrature di Moriyama non sono mai perfettamente centrate, allineate o pulite. Anzi, molto spesso non sono nemmeno nitide o perfettamente a fuoco. I contrasti sono esagerati, la nitidezza è estrema ma anche minima. Alcune delle sue foto sono sovraesposte.
Al contrario dei suoi contemporanei americani o europei, che scattavano fotografie dalla grana fine e dalla tecnica impeccabile, Daido Moriyama iniziò a sperimentare uno stile “anti-fotografico”: scattare una fotografia, per il fotografo giapponese, è più una questione di catturare quello che avverte il suo corpo in quel momento, senza pensare ai tecnicismi. «If the image is shaking, it’s OK, if it’s out of focus, it’s OK. Clarity isn’t what photography is about»
Quindi: la foto che scattate racconta soprattutto chi siete voi, piuttosto che l’oggetto fotografato. Seguite il vostro istinto e i vostri pensieri, e cercate di avere sempre molti stimoli intorno a voi, non solamente visivi. Moriyama inoltre frequentava spesso artisti di altre discipline, perciò vi consigliamo di leggere, andare al cinema, ad un concerto, ad un festival. Poi uscite, e fotografate!
Ogni fotografo che abbia scattato per le strade, tra i palazzi, cercando volti e situazioni tra le insegne a neon o le vetrine di un caffè, ha raccontato il suo modo di interpretare il mondo. E che cosa sono, le strade, se non l’incontro tra le culture, le emozioni e la storia di chi le abita? Zaino in spalla e scarpe comode: è ora di uscire e di immortalare il mondo che ti circonda.